Weekend Senso-Emozionale vicino Orvieto

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Immergiti in un weekend sensoriale e emozionale per riconquistare le tue energie, la tua forza e la tua consapevolezza.

Il Weekend Senso-Emozionale è una full immersion di gruppo esperienziale dedicata alle persone che desiderano entrare in contatto con la propria interiorità e con le emozioni che scaturiscono dalle relazioni e dalla condivisione. I/Le partecipanti si allontaneranno dalla frenesia della vita quotidiana per calarsi in una esperienza emozionale che favorirà la consapevolezza di sé e dei propri bisogni, la ricerca delle proprie risorse e energie. Totale immersione nelle sensazioni generate dall’esperienza di gruppo, dalle tecniche di rilassamento riprese dallo yoga e dal training autogeno, dalle strategie terapeutiche della psicoterapia strategica e dall’attenzione a tutti i sensi esaltati dalla location che ospiterà i partecipanti.

Il Weekend Senso-Emozionale si svolgerà presso la “Locanda della quercia calante” che accoglierà i suoi ospiti in un agriturismo di charme, un antico casale restaurato secondo i principi della bioarchitettura. È ideale per chi desidera una pausa all’insegna del benessere totale, un ambiente rispettoso della natura e dei ritmi naturali della vita. La natura in cui saranno avvolti gli ospiti, i sapori della tipica cucina umbra, la palestra affacciata sul parco favoriranno il rilassamento e il lavoro emozionale utile per il recupero delle energie, la centratura su di sé e l’acquisizione della consapevolezza dei propri bisogni. Si alterneranno momenti di attività di gruppo a momenti liberi di pieno relax e contatto con la natura.

Modalità: il gruppo sarà composto da un minimo di 8 ad un massimo di 12 persone. I momenti esperienziali della durata di 12 ore si volgeranno venerdì 6 settembre dalle 15 alle 18, sabato 7 settembre dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.30, domenica 8 settembre dalle 9.30 alle 12.30.

Costi: Le tariffe sono all inclusive per i gruppi e comprendono:

  • pensione completa in camere doppie/matrimoniali, singole o triple, con bagni ensuite e veranda privata sul parco.
  • due break al giorno di – tè – caffè tè alle erbe, frutta ecc.
  • gruppo esperienziale di 12 ore complessive presso la sala yoga (80m²).
  • uso gratuito del grande complesso di due piscine (300m²) e un grande idro massaggio nel parco (periodo estivo) entrambe con impianto a sale.
  • cibo eccellente e fresco, per lo più biologico.

Il costo dell’intero weekend è di:

  • 280 € per persona in camera doppia/matrim.
  • 260 € euro in camera tripla/quadrupla.
  • 346 € euro in camera singola.

Prenotazione: per partecipare è necessario:

  • inviare mail di prenotazione specificando i nomi dei partecipanti entro il 31 marzo a: info@istitutostrategico.it e info@francescamastrantonio.it.
  • compilare e inviare la scheda di adesione allegata entro il 31 marzo.
  • versare il 50% della quota entro il 31 marzo e saldare l’intero pacchetto entro il 15 giugno.

Per gli specialisti della salute sarà rilasciato a richiesta un attestato di partecipazione per le tecniche acquisite durante l’esperienziale.

 

Per info e prenotazioni:

Associazione IIRIS: Tel. 06 45445779 Email: info@istitutostrategico.it / www.istitutostrategico.it

Responsabile: Dott. Francesca Mastrantonio Tel. 339 5219329 Email: info@francescamastrantonio.it

Dott.ssa – Psicologa, psicoterapeuta, sessuologa – Presidente Associazione IIRIS

Da circa 20 anni aiuto le persone a ritrovare speranza e energia, definire i propri obiettivi, uscire da situazioni di empass, superare momenti di crisi e vissuti traumatici attraverso l’elaborazione della propria esperienza e la riscoperta delle proprie risorse.

Sono la Direttrice didattica dell’Istituto Strategico – Scuola di specializzazione in psicoterapia strategica ric. Min. che ho fondato e sono Presidente dell’IIRIS – Istituto Integrato di Ricerca ed Intervento Strategico che rappresenta per me un sogno realizzato.

Coordino il Gruppo di Lavoro “Formazione e qualità in Psicoterapia” presso Ordine degli Psicologi del Lazio.

Collaboro con il Policlinico Gemelli come Psicoterapeuta esperta in “Pronto Soccorso Psicologico” per il sostegno alle vittime della strada e ai loro familiari nel progetto Ania Cares gestito da Fondazione Ania in collaborazione con la Facoltà di Psicologia dell’Università “Sapienza” di Roma e la Polizia Stradale. Mi sono occupata del sostegno psicologico per le popolazioni colpite dal sisma del 2016 attraverso il Progetto “IIRIS – Un fiore per Amatrice” che ho ideato e gestito.

Mi occupo di psicologia scolastica e di adolescenza con progetti nelle scuole secondarie del territorio romano.

Dal 2000 mi occupo di sviluppo del potenziale individuale e di team attraverso psicoterapia di gruppo, individuale, di coppia, e di sostegno alla genitorialità, utilizzando la terapia strategica nella sua forma più evoluta. Svolgo inoltre supervisioni per psicologi e psicoterapeuti, weekend esperienziali per gruppi e team e mi dedico alla formazione specialistica presso scuole di specializzazione e master.

 

La “Locanda della quercia calante”

Si trova nella campagna di Castel Giorgio (in provincia di Terni), piccolo borgo a 18 chilometri da Orvieto, in Umbria, ai confini con la Toscana.

Contrada Torraccia, 3 – 05013 Castel Giorgio – TERNI Italia. www.querciacalante.com

 

Scheda di adesione al Weekend Senso-Emozionale

Scarica la locandina in formato PDF del Weekend Senso-Emozionale

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Come mai è così difficile chiedere aiuto

Quante volte vi è capitato di pensare di chiedere aiuto a uno psicologo, per voi stessi/e o per qualche caro. Ma perché é così difficile andare dallo/a psicologo/a?

Sono molti i fattori che influenzano questa scelta; tra i tanti sicuramente c’è il fattore di tipo culturale.

Per molti chiedere aiuto significa aver fallito tutto, L’idea di non essere riusciti da soli a stare bene è una grande umiliazione. Riuscire ad accettare l’idea di doversi fare aiutare è fonte di grande imbarazzo.

Sembra poi uno stile tutto italiano quello di stare “benino”, “insomma”, “non c’è male”, guai a stare “bene”, “benissimo!” Abbiamo una sorta di scaramanzia che è sempre meglio accontentarsi di ció che si ha.

Nello stesso empasse, seppure su un versante diverso, c’è chi crede che lo psicologo è per i “matti”. (Che poi chi sono i matti?) Poco si conosce in effetti della psicologia improntata sul benessere e non sulla psicopatologia. Nell’immaginario lo psicologo serve solo in casi disperati, le persone si sdraiano su lettini dove piangono e piangono fino ad esaurire le lacrime.

Spesso è difficile e doloroso comprendere che davvero si ha bisogno d’aiuto e ancor più difficile è fidarsi e affidarsi a qualcuno, lo psicoterapeuta.

Molto spesso il cambiamento spaventa più del malessere. Nelson Mandela diceva che “ciò che ci spaventa di più è la nostra luce e non le nostre ombre”. Si preferisce vivere con disagio per timore che le cose possano cambiare e chissà come sarebbe uscire da quella situazione, questo pensiero spesso crea ansia ancor di più che il malessere in sè.

Le persone compiono molti tentativi per lenire il proprio malessere e utilizzano delle tentate soluzioni di auto cura che però, molto spesso, alimentano la problematica e non aiutano la persona ad ottenere il miglioramento auspicato.

Alcuni disturbi, poi, possono essere i responsabili della compromissione della volontà di curarsi, provocando l’isolamento della persona.

I dati dell’OMS ci dicono che i disturbi psicologici, in particolare i disturbi d’ansia e depressione, sono in grande aumento.

Entro il 2020 la depressione sarà la seconda malattia più diffusa dopo le malattie cardiovascolari.

La scelta di andare o meno dello psicologo è una scelta delicata e importante. Può voler dire mettere in discussione la propria stessa identità, guardando in modo nuovo se stessi e tutto ciò che è stato fino a quel momento, Relazioni familiari, dinamiche e intrecci relazionali. Sicuramente l’idea e la paura di poter stravolgere la propria vita attiva un angoscia maggiore di quella che spesso smuove la persona a chiedere aiuto. Tuttavia quanto potrebbe essere più doloroso non prendersi cura di sè e rimanere ancorati a situazioni a ruoli e dinamiche velenose.

Stare bene, benissimo, è possibile senza che nulla di brutto possa accadere! Il cambiamento è possibile! E nulla cambia se il paziente per primo non è deciso a cambiare e ad evolvere!

Rendetevi liberi/e di essere voi stessi/e!

“Sentì il bisogno di cercare subito un ponte, una connessione, un riferimento, tra sé e quello che gli stava, muto, nell’anima”


Dott.ssa Alessandra Celentano

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Genitori imperfetti

La differenza tra una madre buona e una cattiva non sta nel commettere errori, ma in ciò che si fa degli errori commessi.
D.W. Winnicott

Diventare genitori porta cambiamenti rivoluzionari, il senso di autoefficacia viene costantemente messo alla prova. Sono moltissime le domande che affollano la mente di un neo genitore. Una tra tutte è, come essere un buon genitore, come far crescere il proprio figlio/a sicuro di sé, felice e libero/a nel mondo? Sicuramente un elemento fondamentale che aiuta le persone a sentirsi bene, ed è trasversale per tutte le fasi di vita, è l’autostima.

L’autostima si può definire come la considerazione e la valutazione che si fa su se stessi. Essa è fondamentale poiché consente un adeguato riconoscimento delle proprie competenze e capacità. Una buona autostima conferisce al soggetto la capacità di affrontare e agire in modo efficiente di fronte alle sfide basilari della vita.

Molti stati di disagio psicologico riflettono una carenza di autostima basata su una valutazione negativa di sé. Quando accade la persona rivela un senso di inadeguatezza non utilizzando nel modo migliore le sue potenzialità e innescando un meccanismo di fallimenti.

Ad esempio secondo Beck (1967) le autovalutazioni negative sono una componente fondamentale nei disturbi depressivi e fanno sì che il soggetto si senta inadatto alle relazioni intime, non meritevole e sperimenti una serie di sconfitte che lo portano a senso d’impotenza e depressione.

Sembrerebbe che la relazione del bambino con una figura di riferimento disponibile affettivamente consenta al bambino di sviluppare un’immagine di sé positiva (autostima) e di costruire quelli che Bowlby chiamava “modelli operativi interni” (Bowlby, 1980), schemi di aspetti affettivi e cognitivi costruiti grazie alle relazioni primarie, quelle con i genitori. Quindi Il legame che il bambino sperimenta precocemente in questa relazione con l’adulto di riferimento, modellerà i successivi legami, poiché l’individuo, nel momento del contatto con l’altro, porta con sé tutto il bagaglio delle esperienze precedenti.

Nasciamo come esseri relazionali e come tali siamo forniti di un set di comportamenti per stimolare l’adulto a risposte di accudimento e protezione. Dunque, nei primi anni di vita il bambino sviluppa la propria identità in base alla relazione positiva o negativa instaurata con le figure di accudimento e il modo di valutarsi avviene in età molto precoce e si forma in base all’interazione con l’ambiente (Stern,1985).

Detto questo care mamme e cari papà non temete, non esiste la perfezione, ma solo genitori accoglienti e consapevoli.

Probabilmente vi starete chiedendo Come i genitori possono sostenere uno sviluppo positivo dell’autostima del proprio figlio/a? Favorendo un attaccamento sicuro, quindi garantendo l’ascolto dei bisogni fondamentali e dando sostegno emotivo consentendo al bambino di sviluppare la convinzione di essere amato e amabile.

Winnicott, che noi mamme amiamo e ringraziamo profondamente per averci liberato dal senso di colpa e dall’inarrivabile perfezione, per uno sviluppo sano e indipendente del bambino/a auspica a una madre “sufficientemente buona”.

La madre sufficientemente buona si prende cura del suo bambino/a supportandolo/a e contenendolo/a con ansie e preoccupazioni ma trasmettendogli/le sicurezza e amore sintonizzandosi sui suoi bisogni.

La sicurezza interiore e il senso di autostima richiedono la capacità di integrare due bisogni: il bisogno di essere se stessi e il bisogno di appartenere.

Quindi L’essere autonomo nella relazione, il divenire in grado di allontanarsi dalla famiglia sono strettamente connessi al senso di fiducia in sé, e ciò è più facile se si ha avuto una madre responsiva e non invasiva o invischiante. Da una buona esperienza di appartenenza si sviluppa una funzionale capacità di autonomia.

Più Contenete e condividete momenti e giochi con i vostri figli/e da piccoli più saranno in grado di andare liberi nel mondo da adulti.

Dunque ascoltate i vostri figli/e dando loro sempre la possibilità di esprimere le emozioni qualunque esse siano. Utilizzando un educazione empatica il soggetto può diventare protagonista attivo delle proprie relazioni e della propria vita riconoscendo le proprie caratteristiche personali e percependosi come persona competente e in grado di gestire la propria vita.

Dott.ssa Alessandra Celentano

 

– Anderson E, Redman G; Rogers C. (2001), Come sviluppare l’autostima del bambino, TEA Milano.
– Beck A. T. (1977), Cognitive Therapy and Emotional Disorders, International Universities Press, New York.
– Bowlby, J. (1980), Attaccamento e perdita, vol.3: La perdita della madre, Bollati Boringhieri, Torino 1983.
– Bowlby, J. (1988), Una base sicura, Cortina, Milano 1989.
– Giusti, E; Testi A. (2006), L’autostima Sovera Multimedia, Roma.
– Winnicott D. W. (1965), Sviluppo affettivo e ambiente, Armando, Roma 1968.

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La storia del pianista impossibile e della creatrice di macchine per abbracci

Il musicista era alto 97 cm e pesava 27 chili, a causa dell’osteogenesi imperfetta.

Il musicista, alto 97 centimetri e 27 kg di peso, è Michel Petrucciani e tutto questo non gli ha impedito di diventare uno dei più ‘grandi’ pianisti e compositori di jazz.

La sua è stata una vita tanto luminosa, che lo portò ad esibirsi sui palchi di tutto il mondo, quanto dolorosa: il pianista infatti era affetto da osteogenesi imperfetta, una rara malattia congenita conosciuta anche come sindrome dalle ossa di vetro o di cristallo, che priva le ossa del calcio necessario per poter sostenere il peso del corpo e che impedisce la crescita.

Gli ostacoli per lui rappresentavano l’occasione di perfezionarsi “Ma sono sicuro che se non ci fosse stata la musica mio fratello avrebbe lasciato qualcosa in un altro campo. Lui voleva vivere, prima di tutto. L’obiettivo era cercare un senso, capire qualcosa del mondo: da dividere poi con gli altri.” (Petrucciani L.)[1]

Data la sua particolare statura, infatti, smise di usare il pedale di risonanza – quello che permette alle corde di continuare a suonare anche dopo che non si tiene più premuto il tasto – e questa scelta lo portò a costruire un proprio stile inimitabile e precisissimo e a realizzare delle note davvero incredibili.

Le persone non comprendono che per essere un essere umano non è necessario essere alti un metro e ottanta. Ciò che conta è ciò che si ha nella testa e nel corpo. Ed in particolare ciò che si ha nell’anima“.
Michel Petrucciani

Le vite delle persone famose che hanno incontrato nella loro esistenza la disabilità hanno avuto la possibilità del racconto, la parola ha rappresentato una possibilità di uscire dal processo di marginalizzazione.

Il filosofo francese M. Focault, in uno scritto riguardante gli internati di Parigi, scriveva del resto delle persone: “Tutte queste vite destinate a passare al di sotto di qualunque discorso e a sparire senza mai essere dette, non hanno potuto lasciare delle tracce, brevi, incisive, spesso enigmatiche, che nel punto del loro istantaneo contatto con il potere”.

Nella prospettiva strategica il linguaggio, la modalità particolare e unica con cui ciascuna persona costruisce la realtà, è centrale, perché genera pratiche discorsive e fatti che hanno un potere di influenza molto forte nei percorsi di carriera delle persone.

Per capire la disabilità come esperienza, come cosa vissuta, abbiamo bisogno di ben più che di “fatti” medici per quanto questi siano necessari per determinare l’intervento. Le nostre esperienze devono esprimersi con le nostre parole. […..] E’ vitale insistere sul diritto a descrivere le nostre vite, la nostra disabilità e prendersi gli spazi e le occasioni per poterlo fare” (S. Brisenden, 1986).

E’ molto importante pulire il luogo della narrazione del sé dai vincoli del linguaggio specialistico: “Anche nel campo della disabilità ci si trova di fronte allo stesso problema: l’emergere del linguaggio medico-specialistico che classifica le persone disabili, le descrive attraverso i loro deficit e diventa la forma esclusiva, mettendo sotto silenzio le vita dei disabili. In questo senso la disabilità può essere interpretata anch’essa come la follia, un’assenza di opera, in quanto entrambi sono linguaggi che tacciono, che non si narrano né si manifestano” (M. Focault, 1961).

La prospettiva strategica guarda al linguaggio specialistico come l’espressione di un particolare punto di vista, una particolare “percezione”, che non ha caratteristiche assolute o definitive; è una prospettiva che integra le diverse pratiche discorsive (specialistica, della persona e della famiglia) con l’obiettivo di costruire un tessuto narrativo che sostenga sia i movimenti di autonomia che quelli di dipendenza, entrambi fondamentali per un processo di crescita e maturazione individuale.

Alcune pratiche inclusive, invece, generano marginalizzazione perché facendo leva sul concetto di abilismo, sono alla ricerca di supporti e risorse per garantire l’inserimento: il riadattamento è l’approccio di una cultura che cerca di controllare il processo di identificazione, il suo obiettivo è l’identità, quel livello di simbiosi e confusione in cui si azzera la pluralità.

A diciotto anni Temple Grandin si costruì una macchina per gli abbracci, perché aveva visto che le mucche diventavano mansuete dentro la gabbia di contenimento del veterinario: due assi di compensato che si stringevano dolcemente ai lati di una panca rappresentarono per lei una possibilità di calmarsi e le fecero conoscere quel mondo animale che ha rappresentato il suo contesto di lavoro.

La Grandin ritiene che la sua mente autistica rappresenti un vantaggio per lei, perché le consente di cogliere dei particolari, invisibili agli altri: “Bene, nel mio lavoro col bestiame, ho notato un sacco di piccole cose che gran parte della gente non nota e che fanno impuntare il bestiame”.

Il contributo più importante della tradizione di pensiero strategica è proprio questa: la valorizzazione delle caratteristiche individuali, l’abbandono di una modalità di osservazione dell’altro secondo rigide categorie sano/malato, normale/anormale, l’abbraccio con quella curiosità, che secondo Bateson, non ci restituirà il potere come ricompensa, ma la bellezza.

Il mondo avrà bisogno di tutti i tipi di menti che lavorino insieme. Dobbiamo lavorare per sviluppare tutti questi tipi di menti” (T. Grandin).

Dott. Andrea Stramaccioni

 

Bibliografia e Sitografia:

  1. Grandin T., Il mondo ha bisogno di tutti i tipi di mente, Tedtalk;
  2. Medeghini R., Valtellina E., (2006), Quale disabilità? Culture, modelli e processi di inclusione, Franco Angeli Editore, Milano;
  3. [1] https://www.tempi.it/michel-petrucciani-un-gigante-dell-umano-che-cercava-un-senso

 

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IIRIS al convegno della Kiwanis

L’IIRIS al convegno della Kiwanis per presentare il service IIRIS – Un fiore per Amatrice generosamente finanziato dalla Kiwanis Club.

 

BERGAMO — Sono quindicimila i minori stranieri non accompagnati censiti in Italia. Il 10 per cento di questi sono bambine o ragazzine, in maggioranza nigeriane, che rischiano di finire nel terribile giro della prostituzione. E’ quanto emerso dal convegno organizzato sabato scorso dal club Kiwanis Bergamo Orobico, in occasione del suo 25esimo anniversario.

Il simposio, moderato dalla presidentessa del club bergamasco Elisabetta Marisa Fazzina, si è tenuto all’hotel San Marco di Bergamo. Presente il presidente della Federazione europea Kiwanis International Pietro Grasso che ha spiegato origini e scopi del service club fondato nel 1915 negli Usa e diffuso in tutto il mondo. “Questo club ha come finalità la difesa dei diritti e delle libertà dei bambini – ha detto -, perché ai bambini sia garantito il diritto alla vita, alla salute e all’istruzione. Per questo abbiamo messo in campo il nostro progetto Happy Children”.

Ad analizzare la delicata questione dei migranti minori non accompagnati, sbarcati a migliaia nel nostro paese, giuristi, psicologi ed esperti. A partire dal presidente del Tribunale dei minori di Brescia (che ha competenza anche su Bergamo) Vittorio Masia.

Masia ha spiegato i diversi passaggi legislativi che negli ultimi decenni hanno consentito al nostro ordinamento giuridico di essere fra i più avanzati in materia di difesa e tutela dei minori ma anche degli altri soggetti in stato di debolezza, a partire dalle donne. Il riferimento è alla terribile piaga dei femminicidi, che in Italia continuano a mietere vittime. “Nel nostro paese viene uccisa donna ogni tre giorni. E le statistiche ci danno la certezza, drammatica, che fra tre giorni ne verrà uccisa un’altra” ha detto il magistrato.

Molto resta ancora da fare. Ma molto è stato fatto. Secondo Masia, “il nostro ordinamento giuridico, in quanto a tutela di soggetti in stato di debolezza, ha molto da spiegare anche a quelli di altre democrazie avanzate”.

Una delle nuove iniziative introdotte è quella del tutore volontario. Ne ha spiegato le caratteristiche Gianmauro Madonna, giudice onorario del Tribunale dei minori di Brescia. La nuova figura è una sorta di “angelo custode” che si dedica a uno e uno solo minore non accompagnato presente sul territorio italiano. Persegue il riconoscimento dei diritti del minore, promuove il suo benessere psicofisico, vigila sui suoi percorsi di educazione e integrazione, vigila sulle sue condizioni di accoglienza, sicurezza e protezione. “Attenzione, non sostituisce altri ruoli specifici: avvocati, psicologi, assistenti sociali e così via – ha precisato Madonna -, bensì si tratta di una figura adulta di riferimento per il ragazzo, che compie insieme a lui tutte quelle scelte che solitamente si fanno insieme ai genitori, dalla scuola a cui iscriversi alla sanità”.

A Cristiano Beltrami, dirigente della Caritas diocesana di Cremona, il compito di analizzare i diversi aspetti dell’accoglienza in Italia. I numeri di un fenomeno del fenomeno dell’immigrazione minorile restano preoccupanti. “Buona parte dei bambini e dei ragazzini che arrivano in Italia finiscono nelle mani di organizzazioni criminali. La scelta è cinica fin dall’inizio. I trafficanti di esseri umani prediligono infatti i minorenni perché sanno che in Italia, per esempio nello spaccio, rischiano meno”.

“In questo momento la stragrande maggioranza delle ragazzine che arrivano in Italia sono nigeriane – ha continuato -. Eppure non riusciamo ad avere il benché minimo confronto con la comunità nigeriana. Così come non riusciamo con le etnie rom”.

Sempre a proposito di minori in difficoltà, la psicologa Francesca Mastrantonio di Iiris Roma, attraverso il progetto “Un fiore per Amatrice” si è concentrata invece sulla condizione di bambini, ragazzini e genitori che hanno vissuto il dramma del terremoto. “Il nostro obiettivo – ha spiegato la psicoterapeuta – è di sostenere ed elaborare i processi di adattamento al trauma. Queste persone hanno perso tutto. La loro vita personale, professionale, le certezze di una casa e soprattutto, una volta spenti i riflettori su di loro, vedono l’incertezza del futuro, si sentono abbandonati”.

“Noi lavoriamo su bambini e ragazzini dai 6 a 16 anni. Ma anche sui genitori. Fondamentale è stimolare la resilienza. Ovvero la capacità di ciascuno di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà, di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità”.

Certo non è facile. “Ad Amatrice ci sono ancora situazioni drammatiche, le abbiamo viste con i nostri occhi”, ha aggiunto il chairman del Kiwanis orobico Francesco Tassoni che ha visitato nei mesi scorsi le zone del sisma. “Quando si vedono da vicino queste cose, cambiamo i parametri con i quali misuri la vita”.

 

Fonte:http://www.bergamosera.com/cms/2018/03/26/tutela-dei-minori-convegno-kiwanis-a-bergamo/

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OPEN DAY 2018

Gli Open Day sono dedicati a studentesse/i e laureate/i in Psicologia e Medicina.

Gli eventi sono gratuiti ed è richiesta l’iscrizione che è possibile effettuare telefonando al numero 06/45445779 o inviando una e-mail all’indirizzo info@istitutostrategico.it

 

Mercoledì 12 dicembre ore 10:00/12:00

La Psicologia strategica evoluta: un caso di empasse nello svincolo e crescita del paziente dal nucleo d’origine

L’Open day offrirà l’occasione di vedere come lavorare con persone che vogliono affrontare lo svincolo dal proprio nucleo d’origine e poter condurre una vita in autonomia. Partendo da un caso clinico sarà possibile comprendere come viene attivato il processo di cambiamento secondo i principi della Psicologia strategica evoluta.

RELATRICI E RELATORI
Dott.ssa Francesca Mastrantonio – Psicologa, Psicoterapeuta, Sessuologa, Presidente IIRIS e Direttrice didattica dell’Istituto Strategico – Scuola di Specializzazione in psicoterapia Strategica.
Dott. Andrea Stramaccioni – Psicologo, Psicoterapeuta, Vicepresidente IIRIS, Didatta e Supervisore Istituto Strategico.

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Venerdì 26 ottobre ore 10:00/12:00

Strategicamente in coppia: la Psicologia strategica evoluta nel colloquio di coppia

Vedremo come gestire un colloquio di coppia con la Psicologia strategica evoluta, quali gli aspetti salienti da tenere in considerazione, come gestire una comunicazione efficace con la diade, quali gli strumenti da utilizzare.

RELATRICI E RELATORI
Dott.ssa Francesca Mastrantonio – Psicologa, Psicoterapeuta, Sessuologa, Presidente IIRIS e Direttrice didattica dell’Istituto Strategico – Scuola di Specializzazione in psicoterapia Strategica.
Dott. Andrea Stramaccioni – Psicologo, Psicoterapeuta, Vicepresidente IIRIS, Didatta e Supervisore Istituto Strategico.

26 maggio ore 10:00/12:00

La Psicologia strategica evoluta per la gestione del primo colloquio

L’Open day offrirà la possibilità di definire il colloquio secondo il modello della Terapia Strategica nella sua forma più evoluta, delineare quali sono le fasi che lo caratterizzano, quali sono gli obiettivi e come è possibile stabilirli e l’importanza del processo. Il primo colloquio psicologico è inteso come una consulenza indipendente dal resto dall’intervento e autonomo dal percorso terapeutico successivo. L’obiettivo principale è offrire alla persona una comprensione nuova del proprio disagio e delle strategie necessarie per avviare il cambiamento.

RELATRICI E RELATORI
Dott.ssa Francesca Mastrantonio – Psicologa, Psicoterapeuta, Sessuologa, Presidente IIRIS e Direttrice didattica dell’Istituto Strategico – Scuola di Specializzazione in psicoterapia Strategica.
Dott. Andrea Stramaccioni – Psicologo, Psicoterapeuta, Vicepresidente IIRIS, Didatta e Supervisore Istituto Strategico.

Venerdì 22 giugno ore 10:00/12:00

L’approccio strategico evoluto in azione: i contesti applicativi sia di counseling che di psicoterapia

Grazie alla guida sapiente dei nostri docenti Proporremo i vari ambiti applicativi per la figura dello psicologo e psicoterapeuta strategico:

  • Ambito scolastico
  • Ambito della riabilitazione
  • Ambito giuridico
  • Ambito della progettazione
  • Ambito dell’emergenza

RELATRICI E RELATORI
Dott.ssa Francesca Mastrantonio – Psicologa, Psicoterapeuta, Sessuologa, Presidente IIRIS e Direttrice didattica dell’Istituto Strategico – Scuola di Specializzazione in psicoterapia Strategica.
Dott. Andrea Stramaccioni – Psicologo, Psicoterapeuta, Vicepresidente IIRIS, Didatta e Supervisore Istituto Strategico.
Dott.ssa Vera Cuzzocrea – Psicologa giuridica e Psicoterapeuta, Giudice Onoraria presso il Tribunale per i minorenni di Roma, Vicepresidente di PsicoIus – Scuola romana di psicologia giuridica, Comitato docenti Istituto Strategico.
Dott.ssa Vania Vona – Psicologa, Psicoterapeuta, Consulente Organizzativo, Comitato Docenti Istituto Strategico.
Dott.ssa Lucia Bernardini – Psicologa, Psicoterapeuta, Coordinatrice Didattica e Docente Lumsa, UCSC e Università Cattolica del Sacro Cuore, collabora con il Servizio Day Hospital di Psichiatria Clinica e con il Servizio “Dipartimento Emergenza e Accettazione” del Pronto Soccorso del Policlinico A. Gemelli di Roma.

Sabato 22 settembre ore 10:00/12:00

La Psicologia strategica evoluta: quali le modalità di lavoro in ambito clinico

Quali gli strumenti nella valigia del terapeuta strategico: Prescrizioni, metafore e utilizzazioni, che valore possiedono e come possono essere utilizzati.

RELATRICI E RELATORI
Dott.ssa Francesca Mastrantonio – Psicologa, Psicoterapeuta, Sessuologa, Presidente IIRIS e Direttrice didattica dell’Istituto Strategico – Scuola di Specializzazione in psicoterapia Strategica.
Dott. Andrea Stramaccioni – Psicologo, Psicoterapeuta, Vicepresidente IIRIS, Didatta e Supervisore Istituto Strategico.

Venerdì 9 novembre ore 15:00/17:00 presso IPSE istituto Psicologico Europeo – via Belluno, 20 – Viterbo

La Psicologia Strategica Evoluta: quali le modalità di lavoro in ambito clinico

L’incontro sarà un’occasione per conoscere quali sono gli strumenti nella valigia del terapeuta strategico: Prescrizioni, metafore e utilizzazioni, che valore possiedono e come possono essere utilizzati.

RELATRICI E RELATORI
Dott.ssa Francesca Mastrantonio – Psicologa, Psicoterapeuta, Sessuologa, Presidente IIRIS e Direttrice didattica dell’Istituto Strategico – Scuola di Specializzazione in psicoterapia Strategica.
Dott. Andrea Stramaccioni – Psicologo, Psicoterapeuta, Vicepresidente IIRIS, Didatta e Supervisore Istituto Strategico.

Sabato 10 novembre ore 10:00/12:00

Gli ambiti applicativi dell’approccio strategico evoluto 2° edizione.

Grazie alla guida sapiente dei nostri docenti proporremo i vari ambiti applicativi per la figura dello psicologo e psicoterapeuta strategico:

Ambito evolutivo
Ambito di gruppo
Ambito clinico

RELATRICI E RELATORI
Dott.ssa Francesca Mastrantonio – Psicologa, Psicoterapeuta, Sessuologa, Presidente IIRIS e Direttrice didattica dell’Istituto Strategico – Scuola di Specializzazione in psicoterapia Strategica.
Dott. Andrea Stramaccioni – Psicologo, Psicoterapeuta, Vicepresidente IIRIS, Didatta e Supervisore Istituto Strategico.
Dott.ssa Francesca Curcio – Psicologa, Psicoterapeuta, Psicologa Giuridica.
Dott. Michele Battuello – Medico Chirurgo, Psicoterapeuta, attività libero professionale, docente a contratto esterno.

 

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Le pratiche di giustizia riparativa per gestire conflitti e promuovere benessere

In famiglia, a scuola, nelle organizzazioni, fra persone autrici e vittime di reato, nelle nostre comunità sociali.

L’Istituto Strategico – Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Strategica, in collaborazione con Psicoius – Scuola Romana di Psicologia Giuridica, è lieta di invitarvi al Workshop che si terrà il 21 aprile 2018 dalle 10:00 alle 19:00 presso la sede di v.le Oceano Atlantico, 13 – Roma.

Il Workshop sarà tenuto dalla Prof.ssa Patrizia Patrizi e sarà un’occasione per esplorare le origini, la filosofia e l’applicazione delle pratiche riparative. Scoprire insieme la semplicità, l’immediatezza e la creatività di poterne applicare efficacemente i principi. Il workshop metterà a disposizione dei partecipanti tecniche e strumenti da poter utilizzare nei propri contesti di lavoro, scuola, casa famiglia, servizi del territorio, servizi per adolescenti.
Da anni la Prof.ssa Patrizi, insieme al gruppo di PsicoIus e la cattedra di Psicologia sociale e pratiche riparative dell’Università di Sassari, sta cercando di stimolare un dibattito intorno al tema della giustizia riparativa. Nello specifico ci riferiamo all’ambito delle pratiche riparative (Restorative Practices), un insieme di strategie che hanno come finalità generale la ricostruzione del senso di comunità, oggi sempre più compromesso, attraverso la promozione di occasioni positive di benessere individuale e collettivo. Secondo la giustizia riparativa (o relazionale, come viene talvolta definita) l’obiettivo principale a cui dovrebbe tendere qualunque intervento è quello di recuperare le relazioni nelle quali è avvenuto il danno.

Prof.ssa Patrizia Patrizi, Psicologa giuridica e Psicoterapeuta – Ordinaria di Psicologia sociale e giuridica presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali dell’Università degli Studi di Sassari, Presidente PsicoIus, Componente del Board dell’European Forum for Restorative Justice, Comitato Scientifico Istituto Strategico.

Per partecipare è necessario versare la quota di 80€, sono previsti sconti per gli/le studenti/esse dei nostri partner e per i/le nostri/e ex corsisti/e ed è GRATUITO per gli studenti di psicologia.

Per partecipare scrivi a info@istitutostrategico.it o chiama allo 0645445779

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Supervisione didattica per psicologi e psicoterapeuti

Dott.ssa Francesca Mastrantonio
Psicologa, psicoterapeuta, sessuologa
Presidente Associazione IIRIS
Direttrice didattica Istituto Strategico
Scuola di specializzazione in psicoterapia strategica

La psicoterapia un’arte che l’apprendista terapeuta impara a bottega dal maestro (J. Haley, 1996)

La Supervisione è lo strumento più efficace per sviluppare in uno psicologo e in uno psicoterapeuta le competenze di base necessarie al lavoro clinico psicologico e favorire l’autonomia professionale.

Gli incontri di supervisione aiutano il/la professionista nelle fasi diagnostiche e di trattamento e consentono di raffinare la metodica nel processo clinico attraverso l’approfondimento tecnico-scientifico, l’analisi dei casi trattati e il confronto con uno psicoterapeuta esperto.

Considerando che nel counseling psicologico e in psicoterapia lo strumento del cambiamento è lo/la psicologo/a o lo/la psicoterapeuta, la supervisione deve insegnare che cosa fare di fronte a svariate situazioni cliniche, ma anche e soprattutto aiutare i professionisti ad individuare le caratteristiche personali che ostacolano la conduzione del trattamento.

La supervisione si centrerà su aspetti tecnici di conduzione e sulle dinamiche relazionali in essere nel setting. L’obiettivo degli incontri di supervisione è quello di:

– aiutare il clinico a costruire un obiettivo di lavoro e un piano di trattamento;
– aumentare le abilità nella conduzione dei colloqui;
– affinare le abilità di costruzione e gestione della relazione terapeutica;
– favorire la costruzione e il mantenimento di una identità professionale;
– leggere l’andamento del processo clinico avviato con il paziente;
analizzare il proprio operato per tenerlo ancorato agli obiettivi di cambiamento attesi;
individuare eventuali errori, impasse o risonanze personali che si manifestano durante il trattamento.

Il Metodo utilizzato è quello della conduzione di gruppo, ideale per favorire l’acquisizione di competenze attraverso lo scambio di esperienza professionale, all’interno di un contesto protetto e guidato da uno psicoterapeuta senior con esperienza di supervisione clinica.

Si otterrà padronanza nelle sedute, efficacia negli interventi e di conseguenza soddisfazione nei propri pazienti.

Destinatari: Psicologi e psicoterapeuti iscritti ai propri albi professionali.

 

Gli incontri si svolgeranno a cadenza mensile da marzo a dicembre
Il 1° Venerdì dalle 11 alle 12.30
Data di inizio: venerdì 2 marzo 2018
Costi: € 50,00 per il singolo incontro
Prenotazione: per partecipare al gruppo è necessario svolgere un colloquio individuale con la conduttrice.

Per prenotarsi telefonare martedì, mercoledì e giovedì dalle 10 alle 13, oppure invia una email

Tel. 06 45445779

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